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Migliaia di chilometri di sentieri e mulattiere, percorribili tutto l’anno, che collegano le estremità della riviera ligure da Ventimiglia a Ceparana, dalla Provincia di Imperia alla Provincia di La Spezia. Un viaggio tra costa ed entroterra, tra Alpi ed Appennini, tra mare e cielo, lungo praterie erbose che scendono raramente sotto i mille metri di quota, in un ambiente aspro e dolce allo stesso tempo dove le strade carrabili, spesso, non sono mai arrivate.
L’Alta Via dei Monti Liguri (che Cammini d’Europa segue da tempo) è un itinerario perfetto per tutti: per coloro che vogliono scoprire gli angoli più reconditi dell’entroterra ligure, per chi è in cerca d’avventura, per chi vuole passare un tranquillo week end a contatto con la natura o per la famiglia in gita domenicale.
Seguendo il segnavia – la bandierina bianco/rossa con la scitta “AV” al centro – non è difficile individuare il tracciato, disegnando una grande strada verde dove crinali soleggiati si alternano a boschi ombrosi e dove talvolta nebbie orografiche creano forme e atmosfere surreali: un percorso unico, da cui è possibile ammirare, nello stesso momento, la Corsica, il Monviso e il Massiccio del Monte Rosa.
Notevole lungo l’intero tragitto è anche il patrimonio storico e culturale, basti pensare alle possente linea di fortificazioni del ponente o ai numerosi ed antichissimi insediamenti rurali che sfiorano il crinale in diversi punti del percorso: Realdo (IM), Canate (GE) e Zignago (SP), solo per citarne alcuni.
Ogni tappa dell’Alta Via può rappresentare l’occasione per organizzare la visita ad un borgo, un castello, un museo, ma anche per partecipare ad una delle tradizionali feste e sagre che, in tutte le stagioni dell’anno, animano il territorio ligure.
E poi… c’è la natura. Insieme ai Siti della Rete Natura 2000, al sistema dei Parchi e alla Rete ecologica regionale, l’Alta Via costituisce un “corridoio di connessione" per eccellenza, prezioso in particolare per la macrofauna.
Il percorso è suddiviso in 8 ambiti territoriali omogenei:
Da Ventimiglia alla foresta di Testa d’Alpe per le falesie fossili di Roverino, si attraversano terrazzamenti a ulivo e vigneti di Rossese e poi più su, verso l’alta quota, cespugli di timo e lavanda dall’inebriante aroma si alternano a flora rara di tipo alpino. Un vero scrigno di biodiversità, un santuario naturalistico dove lecci, aceri e faggi si mischiano a lariceti, peccete e abetaie e dove aquile, camosci e lupi vivono quasi a contatto con specie tipicamente mediterranee come la Lucertola Ocellata. Passaggio tra i più suggestivi è il Sentiero degli Alpini, percorso scavato nella roccia a strapiombo che si estende lungo le pendici orientali dei Monti Pietravecchia (2.038 m) e Toraggio (1.972 m). Per via del substrato roccioso, costituito da calcari dolomitici, ricorda i percorsi della grande guerra delle Alpi orientali ma con caratteristiche che lo rendono unico: il microclima e le vedute mozzafiato sul Mar Ligure. Il sentiero fu costruito per scopi militari nella seconda metà degli anni ’30 al fine di prevenire il fuoco delle linee francesi. Gli arditi passaggi, i muri di pietrame a secco e le numerose gallerie, ne fanno un percorso adatto agli escursionisti esperti.
Il percorso attraversa fitti boschi di conifere e vaste praterie sommitali dove, a tarda primavera, fioriscono ampie distese di rododendro che conferiscono agli alpeggi il tipico aspetto delle brughiere dell’Europa settentrionale. Entrati nel cuore del Parco delle Alpi Liguri (istituito con L.R. 34/07), si raggiunge la Cima del Monte Saccarello (2.201 m) dalla quale si gode di un grandioso panorama che spazia su mare e monti. Sull’anticima est , a quota 2.166 m, sorge l’imponente statua in ghisa del Redentore. Ai piedi del massiccio giacciono, quale testimonianza della complessità storica e culturale di questo angolo di Liguria, gli antichi borghi brigaschi di Realdo e Verdeggia. L’ambiente incontaminato e l’ampiezza del comprensorio hanno favorito, anche grazie alla contiguità con la Val Tanarello, la conservazione della fauna alpina (lepre, camoscio, martora, marmotta) e di una ricca avifauna. Nei pressi del Colle di Nava (934 m), si incontrano le prime fortificazioni sabaude edificate, in punti strategici, a difesa del Regno di Sardegna.
Il Monte Galero (1704 m), la Rocca Barbena (1140 m) e il Monte Carmo di Loano (1389 m), sono i rilievi che più caratterizzano questo tratto di percorso. Spettacolari sculture di conglomerato roccioso dette “Giganti di pietra�?, si stagliano nel cielo nei pressi della vetta del Galero, mentre dalla cima si possono ammirare prospettive affascinanti sulle sottostanti Val Tanaro e Val Pennavaira. Più ad Est, altre sculture monolitiche contribuiscono a plasmare, aspra e suggestiva, la Rocca Barbena. Ambienti con caratteristiche microclimatiche assai diverse conferiscono a questo comprensorio un notevole interesse botanico, con presenza di specie tipicamente nordiche quali mirtillo, ginepro nano e rododendro. Superato il Monte Carmo, ci si addentra nella Faggeta del Melogno che costituisce, da secoli, un bene inestimabile per le popolazioni locali. Nella foresta, notevole per vastità e pregio, si trovano oltre al faggio: betulla, abete bianco, pino silvestre, frassino e acero di monte.
Attraversando una delle aree a più alta densità boschiva d’Italia, non mancano motivi di grande interesse ambientale e paesaggistico. Lunghi tratti di strada ombreggiata, corrono all’interno di fitti boschi, intervallati da valichi costellati di poderose fortificazioni ottocentesche ed altre opere militari. Nei pressi della località Meugge, l’itinerario costeggia per diversi chilometri la Riserva Naturalistica dell’Adelasia: zona che abbraccia i versanti tributari del Rio Ferranietta caratterizzata dagli affioramenti rocciosi della Rocca dell’Adelasia e del Bric dell’Amore. Al Colle del Giovo, si entra poi nel Parco del Beigua. L’Alta Via percorre qui gli altipiani del massiccio, correndo ad oltre 1000 m di altitudine a pochissimi chilometri dalla linea di costa. Il panorama è mozzafiato, il clima imprevedibile e la vegetazione, adattatasi alle particolari condizioni ambientali e climatiche oltre che ai suoli magmatici, unica. Nelle zone boscose, capita di vedersi attraversare il sentiero da famiglie di daini mentre sugli altipiani sassosi e nelle vallecole adiacenti si possono avvistare con relativa facilità diversi esemplari di rapaci diurni.
L’accesso a questa tratta, sempre caratterizzata dall’elevata panoramicità, è facilitato dalla presenza delle linee ferroviarie a Masone (collegamento con Cappelletta di Masone) e, più ad est, a Crocetta d’Orero, dove transita il pittoresco “trenino di Casella". Dal Bric del Dente si sfila accanto all’imponente fortificazione del Bric Geremiaper giungere, dopo pochi chilometri, nei pressi del Sacrario dei Martiri del Turchino che ricorda l’eccidio (1944) di partigiani e prigionieri politici. La “via della memoria" prosegue verso Piani di Praglia dove lapidi e cippi sparsi un po’ ovunque, testimoniano delle vicende partigiane legate a queste montagne arcigne. La particolarità dei suoli fa si che questi rilievi si presentino quasi del tutto spogli da vegetazione, caratteristica che rende gli altipiani sommitali ancor più suggestivi. Punta Martìn, frequentatissima meta di escursionisti e alpinisti, riveste poi notevole interesse morfologico per gli spettacolari fenomeni erosivi. Nei dintorni, ai Laghi del Gorzente e al Passo della Bocchetta, si possono ammirare neviere in buono stato di conservazione.
Un’antica funicolare (1901) e una strada ferrata a scartamento ridotto (1929) conducono a Righi e Casella, consentendo un comodo, quanto ecologico, accesso all’antica via del sale che collegava Genova alla Pianura Padana passando per Crocetta d’Orero. Oltre Colle di Creto, la Val Noci offre affacci sull’omonimo lago e sui borghi contadini e poi, varianti ai Monti Alpesisa e Candelozzo e agli antichi nuclei di Canate e Scandolaro. Al Monte Lavagnola si diramano alcuni importanti sentieri; uno di questi conduce al Monte Antola ( inserito nel territorio del Parco Naturale Regionale dell’Antola), meta di rilevante interesse storico e botanico. Sulla via per il Passo della Forcella, si incontrano due luoghi di grande suggestione: a breve distanza dal Passo della Scoglina si possono raggiungere il Monte Caucaso e le sorgenti del torrente Aveto, più ad est, Il Monte Ramaceto, si fa notare all’istante grazie alla caratteristica conformazione ad anfiteatro.
Dal Passo della Forcella, si entra nel cuore del Parco Naturale Regionale dell’Aveto, area di grande importanza in campo naturalistico, paesaggistico e per il permanere di tradizioni ed attività tipiche. Testimonianze storiche sono rintracciabili un po’ ovunque; al Passo del Bozale transita, ad esempio, la direttrice medioevale dalla V. Sturlaalla V. d’Aveto, con lunghi tratti di pavimentazione ben conservati. Superata la Cappelletta delle Lame si può accedere, con breve deviazione, al sistema di laghetti di origine glaciale situato alle pendici occidentali del Monte Aiona. Dalla sua vetta, rinomata tra gli alpinisti genovesi per i canalini ghiacciati, si può ammirare un circo glaciale di vaste dimensioni ubicato tra il Monte Penna e il Passo dell’Incisa. Oltrepassata la stupenda faggeta del Monte Zatta si giunge, per lungo e facile percorso, al Passo di Cento Croci, antico valico tra la Repubblica di Genova ed il Ducato di Parma.
L’intero percorso è caratterizzato dall’alternarsi di boschi misti di latifoglie, ampie praterie destinate a pascolo (alle quote più elevate) e rimboschimenti a conifere. Il Monte Gottero (1.640 m), cima più elevata della Liguria orientale, è oasi faunistica ed ambito interessante per la flora alpina, presente con alcune specie poco comuni e numerosi endemismi, e per l’elevata panoramicità. Poco distante, la località Foce dei Tre Confini ci rammenta che questo tratto di spartiacque fu, per lungo tempo, la linea di confine tra la Repubblica di Genova, il Ducato di Parma e il Granducato di Toscana. Superati i valichi Calzavitello e Rastello si transita, lungo un formidabile punto di osservazione dal quale si possono scorgere le Alpi Apuane ed il Golfo dei Poeti, accanto al Monte Cornoviglio (1160 m). A breve distanza, superato il caratteristico bosco di betulle a Vallecchia, si può visitare il bel centro storico di Bolano. Da Ceparana, sono in corso di realizzazione, a cura del Parco Montemarcello-Magra, collegamenti con l’Alta Via del Golfo, Montemarcello e Bocca di Magra (raggiungibile anche grazie al servizio di battelli fluviali del parco).
Tappa | Percorso | KM | Quota massima s.l.m. |
---|---|---|---|
1 | Ventimiglia (IM) – La Colla | 10 | 510 – Monte Baraccone |
2 | La Colla – Colla Sgora | 9 | 1063 – Colla Sgora |
3 | Colla Sgora – Colla Scarassan | 12,2 | 1587 – Testa d’Alpe |
4 | Colla Scarassan – Sella d’Agnaira | 13 | 1909 – Passo della Valletta |
5 | Sella d’Agnaira – Sella della Valletta | 15 | 2201 – Monte Saccarello |
6 | Sella della Valletta – Colle San Bernardo di Mendatica (IM) | 10 | 2085 – Monte Cimonasso |
7 | Colle San Bernardo di Mendatica – Colle di Nava (IM) | 10,5 | 1356 – Poggio dei Preti |
8 | Colle di Nava – Passo di Pralè | 6 | 1258 – Passo di Pralè |
9 | Passo di Pralè – Colle San Bartolomeo d’Ormea (CN) | 8,8 | 1739 – Monte Armetta |
10 | Colle San Bartolomeo d’Ormea – Colle San Bernardo di Garessio (CN) | 13,5 | 1708 – Monte Galero |
11 | Colla San Bernardo di Garessio – Colle Scravaion (SV) | 9,4 | 1084 – Bric Schenasso |
12 | Colle Scravaion – Giogo di Toirano (SV) | 5,7 | 971 – Sella Nord Monte Sebanco |
13 | Giogo di Toirano – Giogo di Giustenice (SV) | 7 | 1389 – Monte Carmo |
14 | Giogo di Giustenice – Colle del Melogno (SV) | 9 | 1335 – Bric Agnellino |
15 | Colle del Melogno – Colla di San Giacomo (SV) | 15 | 1028 – Colle del Melogno |
16 | Colle San Giacomo – Colle di Cadibona (SV) | 13 | 821 – Monte Baraccone |
17 | Colle di Cadibona – Le Meugge (SV) | 11,4 | 720 – Le Meugge |
18 | Le Meugge – Colle del Giovo (SV) | 11,7 | 883 – Bric Sportiole |
19 | Colle del Giovo – Prà Riondo (SV) | 13 | 1287 – Monte Beigua |
20 | Pra Riondo – Passo del Faiallo (SV) | 8,8 | 1145 – Cima Frattin |
21 | Passo del Faiallo – Passo del Turchino (GE) | 8,8 | 1061 – Passo del Faiallo |
22 | Passo del Turchino – Colla di Praglia (GE) | 11,5 | 960 – Colle Sud Monte Foscallo |
23 | Colla di Praglia – Passo della Bocchetta (AL-GE) | 13 | 1065 – Sella Nord Monte Taccone |
24 | Passo della Bocchetta – Passo dei Giovi (GE) | 6 | 785 – Pian di Reste |
25 | Passo dei Giovi – Crocetta d’Orero (GE) | 7,4 | 680 – Sella Sud Monte Vittoria |
26 | Crocetta d’Orero – Colle di Creto (GE) | 7,8 | 795 – Sella Sud Monte Carossino |
27 | Colle di Creto – Passo dello Scoffera (GE) | 14 | 978 – Passo del Fuoco |
28 | Passo della Scoffera – Sella della Giassina | 8,2 | 1080 – Valico Monte Lavagnola |
29 | Sella della Giassina – Barbagelata (GE) | 6,5 | 1120 – Barbagelata |
30 | Barbagelata – Passo di Ventarola | 9,2 | 1120 – Barbagelata |
31 | Passo di Ventarola – Passo della Forcella (GE) | 9,7 | 1345 – Monte Ramaceto |
32 | Passo della Forcella – Passo delle Lame | 7,2 | 1300 – Passo delle Lame |
33 | Passo delle Lame – Passo della Spingarda (GE-PR) | 7,6 | 1701 – Monte Aiona |
34 | Passo della Spingarda – Passo del Bocco (GE-PR) | 13,8 | 1623 – Sella del Monte Nero |
35 | Passo del Bocco – Colla Craiolo | 9 | 1404 – Monte Zatta |
36 | Colla Craiolo – Passo di Centocroci (SP-PR) | 16 | 1177 – Monte Ventarola |
37 | Passo di Centocroci – Passo della Cappelletta | 5 | 1102 – Passo Scassella |
38 | Passo della Cappelletta – Passo dei Due Santi | 17 | 1640 – Monte Gottero |
39 | Passo dei Due Santi – Passo Calzavitello | 11,6 | 1583 – Monte Tecchione |
40 | Passo Calzavitello – Passo del Rastello | 5,6 | 1161 – Monte Antessio |
41 | Passo del Rastello – Passo dei Casoni | 10,2 | 1093 – Monte Fiorito |
42 | Passo dei Casoni – Passo Alpicella | 8,6 | 1062 – La Conchetta |
43 | Passo Alpicella – Valico del Solini | 5,4 | 720 – Monte Belvedere |
44 | Valico del Solini – Ceparana (SP) | 11,3 | 575 – Valico del Solini |
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