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Intraprendi il tuo viaggio di scoperta sui dolci pendii dell’Appennino Tosco-Emiliano, Parco Nazionale, tra Europa e Mediterraneo, tra torri e castelli, pievi e borghi, castagneti e sorgenti. Attraversa le valli di questa terra di confine, lungo l’antico itinerario che mantiene le tracce di viandanti e pellegrini, ospitali e antiche strade, qui si nasconde la donna europea: Matilde di Canossa.
Diversi mezzi per trovarla, ma un solo modo per comprenderla: percorrere con lentezza il suo territorio cercare ed osservare con gli stessi occhi le piccole e grandi cose che racchiude.
Questo itinerario ha come partenza ideale la città di Reggio Emilia, da ovest lasciando la Francigena a Fidenza attraversando la regale Parma, da nord provenendo dalla canossiana Mantova, da est abbandonando la Romea nei territori di Ferrara e Ravenna.
Cuore del percorso Canossa, luogo dello storico incontro tra Imperatore e Papa, poi il Castello di Sarzano, l’imprendibile Rocca delle Carpinete, la meraviglia della ‘dantesca’ Pietra di Bismantova, attraversando le terre della Badia di Frassinoro fino ad arrivare all’Hospitalis di San Pellegrino, valico naturale per scendere alla città del ‘Volto Santo’, Lucca.
L’itinerario è percorribile anche a ritroso e/o con diversi percorsi tematici, naturalistici, storici e culturali.
La prima tappa, fattibile in circa 4h30, ha inizio da Ciano d’Enza, capoluogo del Comune di Canossa, e si snoda in un piacevole percorso tra coltivi, boschi di roverella lungo la valle del rio Vico. Con una breve deviazione si raggiunge il Castello di Rossena oppure si prosegue verso il castello di Canossa circondato dai suggestivi calanchi che danno al paesaggio un aspetto quasi lunare. Si prosegue poi verso il Borgo di Cavandola, con una tappa al piccolo borgo di Votigno sede della Casa e del Museo del Tibet. Sempre da Cavandola si costeggiano le pendici del monte Tesa, con belle visuali sul medio Appennino, fino a Cerèdolo dei Coppi. Da notare, oltre alle numerose torri con colombaia, mascheroni e bugne con significato scaramantico sui muri delle antiche case del borgo. Da Cerédolo dei Coppi si prosegue brevemente lungo l’asfaltata per Casina per svoltare quasi subito a sinistra giù nel vallone verso Chessi, una casa rurale isolata. Si scende a guadare il Torrente Càmpola e poi il rio Bérgogno e si è in breve sotto l’abitato di Bérgogno, un bell’esempio di borgo appenninico.
La seconda tappa porta a Casina, in circa 3h di cammino. Usciti da Bèrgogno poco dopo si svolta a destra su una carrareccia che scende dolcemente nel fosso del Faieto. Attraversato il piccolo corso d’acqua una vecchia mulattiera risale il castagneto fino alla località di Crocicchio. Si raccomanda una digressione alla vicina pieve di Paullo che presenta una bella facciata romanica, e di cui si ha notizia scritta fin dal 980 in un diploma dell’imperatore Ottone II. Da Crocicchio si prosegue; fino alla borgata di Monchio dei Ferri. Domina la valle la corte dei Rossi, bell’esempio esempio di dimora rurale tardomedievale con due case a torre del XVI secolo, e attraversando le località il Ponte e Carrobbio si risale al castello di Sarzano. Fu una delle sedi più importanti del potere matildico già citato nel 958 in un atto di compravendita allorchè Adalberto Atto di Canossa, avo di Matilde, acquistò i boschi “in fundo et loco Serzana”. Oggi rimangono il mastio, una torre utilizzata come campanile, alcune parti delle mura e i resti della porta d’ingresso. Si scende per un panoramico sentiero alla sottostante Casina, riportata in un elenco di beni dell’abbazia di Sant’ Apollonio di Canossa nel 1116.
La terza tappa, da Casina a Carpineti e percorribile in 4 ore, possiamo considerarla la tappa delle“case a torre”. E’ emozionante fare conoscenza con questi monumenti “minori” della montagna emiliana, edifici a metà tra residenze e castelli che ricordano i piccoli feudatari, le gabelle e i gabellieri e le quotidiane lotte per la vita. Si susseguono borghi e paesaggi naturali tra campi coltivati e boschi di querce e castagni. Lago dei Pini, Giandeto, Mulino del Tasso, Paulli, la suggestiva Corte settecentesca di Valcava e Croveglia sono le località toccate dal Sentiero che a sua volta si ramifica verso Mandra, San Vitale e il castello di Carpineti prendendo il nome di Sentiero Spallanzani. Riprendendo il Sentiero Matilde lungo la valle di Carpineti si attraversano le località di Croce di Petrella, Giavello e Rio Minello fino alla chiesa di San Donnino di Tresinara citata in antichi documenti fin dal 1191, sembra sia stata edificata per volere di Matilde di Canossa. Dalla località Riana si prosegue lungo un sentiero che raggiunge la periferia Carpineti. Qui nel 957 venne a morte Litulfo, figlio dell’imperatore Ottone I, per mano di Atto Adalberto avo di Matilde di Canossa.
Quarta tappa da Carpineti a Toano in 5 ore. Il castello delle Carpinete svetta a cavallo di una delle più suggestive dorsali dell’Appennino reggiano, quella che collega il monte Valestra con il monte Fòsola e la Pietra di Bismantova. Lo si raggiunge in mezz’ora dal centro di Carpineti risalendo per l’antica via matildica. Era uno dei perni del sistema difensivo canossano e residenza preferita da Matilde. Una breve deviazione di 45 minuti lungo il filo di cresta verso nord collega il castello con l’isolata pieve di San Vitale. Il Sentiero Matilde prosegue verso sud lungo le pendici del monte Banzola, sorpassa Cà Serra, scende a sinistra alla chiesa di San Pietro, attraversa Savognatica, Cà Bazzani, Cogliolla e oltrepassata la provinciale di fondovalle inizia la salita sulla sponda destra, lungo l’antica “strada comunale” che taglia i coltivi in campo aperto fino a Cavola nota per i suoi tartufi. Da visitare la chiesa parrocchiale che presenta nel portale e nei prospetti laterali notevoli decorazioni in pietra e l’oratorio della Madonna della Neve, con all’interno l’altare seicentesco in legno intarsiato, opera di Francesco Ceccati . In mezz’ora si raggiunge Stiano, un nucleo rurale sulle pendici di monte Croce con l’antica casa detta dei Ceccati del XV e XVI secolo e il secentesco Casino dei Manfredi. Si prosegue su un’antica mulattiera fino a raggiungere la strada comunale per Corneto e poi per campi e boschi fino al suggestivo borgo di Manno. Una carraia tra boschi e coltivi indica la direzione verso il crinale panoramico che, seguendo una traccia di antica mulattiera, conduce direttamente alla millenaria Pieve di Santa Maria di Toano, uno dei più importanti monumenti di architettura romanica dell’Appennino emiliano Fu concessa in enfiteusi al padre di Matilde, Bonifacio, nel 1070. La facciata è semplice, a capanna, mentre all’interno sono custoditi alcuni straordinari capitelli in arenaria con figure antropomorfe, geometriche e floreali. A fianco della pieve, in direzione dell’attuale centro di Toano, sorge il borgo del Castello, nucleo originario dell’insediamento con la torre adibita a campanile.
Quinta tappa da Toano a Gazzano in 6 ore immersi nella natura. Dalla Pieve di Santa Maria di Toano si prosegue lungo una carraia in direzione sud per raggiungere l’isolato oratorio di Prevedelli, bell’ esempio di chiesa rurale, in posizione panoramica. Il Sentiero Matilde prosegue in forte discesa verso Frale e poi verso le Sorgenti termali di Quara a sinistra del Dolo. Poi uno dei più spettacolari sentieri dell’Appennino reggiano percorre alto sulle gole del Dolo fino a Cadignano, nel comune di Villa Minozzo. Il vicino abitato di Gova, come i centri di Costabona e Morsiano è famoso per i“maggi”, rappresentazioni drammatiche di origini epiche cavalleresche tipiche dell’alto bacino del Secchia e del Dolo nonché della Garfagnana. Da Cadignano il Sentiero Matilde si divide proseguendo in direzione del versante modenese e delle diverse varianti in Appennino Reggiano.
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