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L’itinerario proposto nel territorio del Gargano vuole richiamare una tradizione antica, risalente al periodo del Medioevo. Ancora oggi, infatti, si può seguire in parte il percorso della “Via Sacra Longobardorum”: un antico percorso di origine medievale che unisce Mont Saint Michel in Francia, al Santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo, patrimonio Unesco che comprende le più rilevanti testimonianze longobarde distribuite lungo tutta la penisola.
Prima tappa. 20 km circa
La strada che porta alla grotta dell’Arcangelo nasceva nei pressi di San Severo in prossimità del Casale di San Eleuterio e si addentrava nella montagna garganica attraverso un’ampia fessura a sud dell’acrocoro, unica via naturale di traffico e di accesso rapido. Lungo il suo andare si incontravano tanti punti di sosta più o meno regolari.
Così detta poiché, in passato, attraversava i territori di dominazione longobarda, popolo quest’ultimo particolarmente devoto a San Michele, la Via Sacra Longobardorum fu uno degli itinerari maggiormente percorsi dai pellegrini, insieme a quello verso il santuario di Santiago di Compostela, alle Tombe degli Apostoli in Roma e al Santo Sepolcro in Terrasanta.
Il suo tracciato è scandito da cappelle votive e ricoveri per pellegrini.
Seconda tappa. 25 km circa (via S. Marco in Lamis – convento di S. Matteo)
La strada percorsa dai fedeli provenienti dal Tavoliere settentrionale, vede come prima tappa la Valle di San Marco in Lamis, lungo la via sacra dei longobardi in mezzo al piccolo borgo di Stignano, in cui fu fondato nel XVI secolo il Santuario della Madonna di Stignano. Ancora oggi è uno dei primi e più importanti santuari Mariani della capitanata.
Lasciamo Stignano seguendo la vallata fino a S. Marco in Lamis, da dove possiamo salire al Santuario del Convento di S. Matteo, insediamento monastico fondato presumibilmente nel sec. VII dai Benedettini, passato nel 1311 ai Cistercensi e nel 1578 ai Francescani. Sebbene scarno di testimonianze medievali, il complesso presenta ricchezze architettoniche ed artistiche.
Si può proseguire poi verso San Giovanni Rotondo e visitare i luoghi di San Pio da Pietrelcina, universalmente noto come Padre Pio, che richiama nella cittadina garganica fedeli da tutto il mondo.
Terza tappa. 21 km circa
Lasciamo a questo punto S. Giovanni Rotondo, sempre seguendo la statale 272. La strada non è molto comoda, ma permette di osservare una bella e ampia vallata con scorci molto suggestivi.
Dopo aver superato il bivio per Cagnano, al termine della discesa, si giunge a Pantano, sede di due insediamenti monastici benedettini del XII secolo, di cui si conservano i resti: S. Egidio e San Nicola al Pantano.
A questo punto, anticamente, la Via Sacra si biforcava; un tratto proseguiva per l’abbazia di Pulsano fino a Monte S. Angelo; l’altro, ancora oggi percorribile seguendo la strada statale, si inoltrava lungo il vallone di Carbonara per salire, attraverso una ripida mulattiera anch’esso sulla montagna dell’Arcangelo.
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