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Pensata 30 anni fa, la Grande Escursione Appenninica (GEA), è un percorso trekking lungo 425 chilometriche collega i sentieri che corrono lungo il crinale che collega il passo di Bocca Trabaria, al confine con l’Umbria e le Marche, con il passo dei Due Santi, in Liguria.
Nel 1982 il CAI, con l’aiuto di Regione Toscana, diede inizio ad una serie di sopralluoghi e incontri con i vari esperti delle sezioni appenniniche, progettando un percorso che allora era divisibile in 25 tappe possibili, destinate ad un pubblico quanto più ampio possibile, per rivolgersi a tutti gli escursionisti e non solo a quelli esperti.
Le varie tappe furono immaginate in funzione della presenza di strutture ricettive esistenti, in modo che non fossero mai né troppo lunghe né troppo difficili, offrendo sempre ai trekkers l’opportunità di scendere dal crinale per recarsi a visitare i paesi e i borghi dell’Appennino dove si svolge la vita quotidiana delle comunità locali.
In effetti, l’Appennino non presenta caratteristiche di alta montagna – se non in alcuni brevi tratti – e quindi, per essere appetibile a chi vuol trascorrere una vacanza non di sola natura, non di sola la pace e di silenzio delle faggete, dei castagneti e delle abetine, non della sola tranquillità degli eremi, non per mero interesse geologico, non solo confortato dal valore paesaggistico delle tante valli che si dipartono dalla displuviate, deve necessariamente proporre altri suoi gioielli: la freschezza e la limpidezza delle proprie sorgenti, i piatti della cucina tradizionale, le tipicità dei prodotti caseari, l’artigianato di qualità, il patrimonio culturale dei borghi, la socialità e – su tutto – il senso di comunità che si respira a contatto con le popolazioni locali.
La Grande Escursione Appenninica, quindi, è l’esperienza di essere in cammino sui monti del Centro Italia: un viaggio di scoperta che ritorna all’origine del nostro Paese, con un grande patrimonio immateriale di storie, leggende, miti e favole che non mancheranno di arricchire il viaggio ma anche di farci crescere nella consapevolezza del privilegio di vivere in questo Stivale delle meraviglie.
425 km di viaggio a piedi attraverso la natura incontaminata dell’Appennino, tra piccoli borghi, antichi eremi, parchi e foreste naturali. Viaggiando a 3 km all’ora sono necessari circa 25 giorni. Ma si può percorrere anche per tratti, e comunque scoprire il silenzio e i paesaggi unici di questa Italia considerata “minore” soltanto perché quasi sconosciuta, ma che consente di attraversare paesaggi di bellezza prorompente, con enormi patrimoni di natura e di cultura – materiale e immateriale – che consentono di conoscere in profondità ben 4 regioni (Umbria, Marche, Toscana ed Emilia-Romagna), 11 province e 3 Parchi naturali.
Lungo il tracciato, si possono visitare alcune meravigliose località, borghi antichi e scenari naturali mozzafiato. Si consiglia, ad esempio, di dedicare un po’ di tempo alla visita di Caprese Michelangelo, il paese della provincia di Arezzo che ha dato i natali all’omonimo artista.
Si prosegue con Chiusi della Verna, Badia Prataglia e Camaldoli, luoghi magici e spirituali (che incrociano anche un ulteriore percorso: il Cammino di San Francesco).
La Grande Escursione Appenninica si lascia poi alle spalle gli eremi e le pievi e diventa più “spericolata”. Il viaggiatore attraverserà il Passo del Muraglione, il Passo del Giogo, il Passo della Futa. Nel Pistoiese, invece, s’incontrano Pracchia e l’Abetone.
La GEA abbandona la Toscana al Passo della Cisa (dove incrocia la Via Francigena) e prosegue attraverso il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi fino a Bagno di Romagna, dove si apre alla visita tutto un altro mondo.
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